Aleksandar Vučić, Presidente della Serbia, rilascia un’intervista spaventosa al quotidiano svizzero Die Weltwoche.
Non riesco a decidere se faccia più paura quello che dice nell’intervista oppure il fatto che le sue parole non siano state riprese da nessuno. Verificate voi stessi cercando il suo nome con Google News, non troverete nulla che riguarda quanto dichiarato al quotidiano tedesco.
Incredibile, visto quello che Vučić ha detto ai giornalisti svizzeri:
Nelle parole del famoso storico Alan JP Taylor: “Il treno è partito e nessuno può fermarlo”. Ed è quello che sembra. Vediamo l’oscuro punto finale di tutto ciò che accadrà in Ucraina se le maggiori potenze non faranno nulla. Tra breve, sì, ne sono certo, vivremo una vera catastrofe.
E ancora:
L’Occidente crede di poter vincere facilmente contro Putin. Vogliono esaurirlo in Ucraina. Allora, si pensa, la Russia non esisterà più sul suo territorio attuale e nella sua forma attuale, e Putin sarà rovesciato, e così via. Sì, forse è possibile, ma basterà questo a distruggere la Russia e a rovesciare Putin? Io non credo.
Non posso dire che l’Occidente si stia sopravvalutando, ma penso che le persone sottovalutino la Russia e Putin.
Il Presidente serbo dice esplicitamente ciò che è ormai evidente per tutti, ovvero che quello che abbiamo di fronte è uno scontro esistenziale. Qualunque tra le due parti in gioco dovesse perderlo, si ritroverebbe spazzata via dallo scacchiere.
È in gioco tutto per entrambe le parti. Nessuno può permettersi la sconfitta. Per questo ho detto pubblicamente e non l’ho nascosto che ci stiamo avvicinando a una vera catastrofe. Ma questo ci porta a un’altra domanda: chi è disposto a perdere un milione, due milioni, cinque milioni, dieci o quindici milioni di persone? Chieditelo. Io non sono disposto a perdere un solo uomo e non ne faremo parte. Ma questa è una domanda per gli altri.
E sebbene Vučić non possa prevedere la terza guerra mondiale, parla apertamente di un grande confronto, che significa guerra. Forse la immagina locale, cioè europea, forse non è in grado di prevedere il coinvolgimento di attori lontani come la Cina, ma di questo si tratta, indubbiamente.
Non posso parlare di terza guerra mondiale, ma di un grande confronto. Quanto siamo lontani? Credo che non siamo lontani da ciò. Non più di tre o quattro mesi. E c’è il rischio che accada anche prima.
Vučić il putiniano
Essendo Vučić una persona seria viene spesso definito putiniano. La propaganda racconta che l’elezione che lo ha visto guadagnare la presidenza sia stata truccata, e che il suo governo abbia governato con il terrore e con la repressione.
Sono tutte accuse false, dalla prima all’ultima.
La verità è che Aleksandar Vučić è perfettamente consapevole del macello che la NATO ha fatto in Serbia alla fine dello scorso secolo e governa un Paese il cui popolo – quello sì – subisce la tirannia e le angherie della Repubblica del Kosovo. Che non a caso ha aspirazioni europeiste, corrisposte dagli sguardi languidi di Bruxelles.
Nell’intervista si parla molto anche di questo, dimostrando più volte come il doppio standard europeo e occidentale abbia permesso di giustificare lo scempio che abbiamo fatto con la guerra del Kosovo, dimenticandosene completamente di fronte alle Repubbliche del Donbass.
Se volete, ascoltate un estratto dell’intervista direttamente dalle parole del Presidente serbo.