CensuraEuropa

L’Europa è una dittatura a fin di bene

Da qualche tempo a questa parte nell’Unione Europa è entrata in vigore una dettagliata legge che regolamenta (ma soprattutto distrugge) il funzionamento dei servizi digitali come social network e motori di ricerca.

Solo gli addetti ai lavori ne sono al corrente, poiché non c’è stata discussione attorno al tema né durante la fase di progettazione e proposta, né a ridosso dell’entrata in vigore.

I giornali e le televisioni hanno criminalmente ignorato questo regolamento liberticida, salvo pochi casi (e ancor meno per esporne i pericoli), e da agosto 2023 è pienamente operativo.

Il DSA, così si chiama (Digital Services Act), sta già facendo sentire i suoi effetti, come testimonia la recente lettera inviata dalla Commissione Europea a Elon Musk, nella quale si intima di cancellare da Twitter i contenuti che l’Europa ritiene insidacabilmente “dannosi” in merito alla guerra tra Israele e Hamas.

Per chi se lo fosse perso, sì, è successo. La Commissione Europea ha formalmente diffidato Twitter/X dal rimuovere dalla sua piattaforma tutto ciò che lei ritiene (a suo esclusivo giudizio) essere “disinformazione” o “contenuto dannoso” in merito alla guerra in Israele.

Cosa venga classificato come “disinformazione” non è nostro diritto saperlo, perché siamo sudditi e non cittadini.

E il regolamento europeo sui servizi digitali non prevede che i sudditi debbano essere informati su cosa viene ritenuto disinformazione e su quali siano i criteri per di volta in volta stabilire cosa rientri in questa definizione.

La classificazione dei contenuti come legittimi o disinformanti spetta ai cortigiani e avviene nelle segrete stanze del palazzo, e certamente non bisogna renderne conto ai villici, che d’altra parte sono trattati poco sopra il rango di scimmie, e per questa ragione vanno protetti dai contenuti “dannosi”.

Il popolino non deve entrare in contatto con questo tipo di contenuto, neppure con i criteri che astrattamente lo definiscono tale, altrimenti ne verrebbe influenzato, ed è quindi per il suo bene che non gli va neppure spiegato che cosa è la “disinformazione”.

Perché, che ci crediate o meno il nuovo regolamento non definisce cosa è “contenuto dannoso” e cosa è “disinformazione”. Si limita a obbligare le piattaforme a limitarne la diffusione e a prendere adeguate contromisure per estirparne ogni traccia dai loro sistemi, pena multe miliardarie.

Ma la definizione viene demandata a “accordi” esterni che non è ovviamente previsto debbano diventare pubblici.

Scimmie! Siete solo scimmie! E come scimmie venite trattati.

Avete sentito levarsi una voce di protesta? Avete sentito eccepire qualche perplessità? Avete sentito esprimere della preoccupazione in merito?

E allora, pensate che abbiano fatto male a mettervi in un recinto dove ogni tanto vi si tira qualche nocciolina?

La discussione pubblica è una delle colonne fondanti della democrazia. La democrazia non può esistere senza informazione libera da una parte e discussione pubblica libera dall’altra.

Il semplice fatto di andare a votare non è espressione di democrazia, se il voto non può essere il frutto di una applicazione critica della ragione basata su una discussione pubblica senza vincoli.

Ma l’Europa ha capito che la democrazia si può superare. Perché il voto democratico ha delle malattie congenite che invece le dittature non hanno.

Per esempio in democrazia può capitare che i cittadini vedano dei fantasmi, e votino di conseguenza. E questo pericolo, insito nelle democrazie, all’Europa non piace. I fantasmi non esistono, si sa, e allora perché non applicare un po’ di dittatura a fin di bene?

Solo un poco, eliminiamo solo i fantasmi, tanto non esistono. Lo facciamo per le scimmie, solo per loro. Solo un altro po’…

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Andrea Lombardi

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