Stati Uniti

La trappola del dollaro

È arrivato il momento di affrontare l’elefante nella stanza. Il più evidente dei problemi che potrebbero far accartocciare la situazione, e proverò a spiegarlo in termini comprensibili a tutti.

Fate bene attenzione, quello che vi sto per raccontare è segretissimo. Ma non perché non si sappia, al contrario, è tutto pubblico.

Come fa una cosa pubblica ad essere “segretissima”? È segreta perché è troppo complessa da capire, per il cittadino medio. Il “popolo” non ha idea di come funzioni. Ne sente parlare, intuisce qualcosa, ma non comprende a fondo la dinamica degli eventi e i legami tra i fatti.

Il risultato è che anche se pubblico, quello che sto per dirvi è nei fatti segreto, perché la sua comprensione è appannaggio di pochi.

Cercherò di spiegarlo al meglio possibile.

Parliamo di moneta, anzi, di valuta. Ogni paese batte la propria, e a volte paesi diversi si uniscono per batterne una comune, come accade con l’Euro.

Finché si rimane tra i confini dei singoli paesi, gli scambi economici avvengono nella valuta locale. Così in europa si paga e si incassa in euro, in Inghilterra in sterline, negli Stati Uniti in dollari e in Cina in Yuan.

Ma cosa succede quando si effettuano scambi economici internazionali?

Beh, saprete che spesso si ricorre al dollaro, in special modo quando si tratta di commercio di beni fondamentali in tutto il mondo, come il petrolio e il gas naturale. Ma spesso anche al di fuori da questi ambiti.

Perché?

La risposta semplice è che nel caso del petrolio, i paesi produttori hanno stretto un accordo con gli USA per vendere il petrolio, a chiunque nel mondo, sempre in dollari.

Ma affrontando il tema in termini generali, è conveniente per tutti utilizzare una valuta affidabile, dove per affidabile si intende che sia battuta da un paese stabile politicamente, di sicura crescita economica e finanziaria, e militarmente solido. Un paese che “è lì per restare e prosperare”. Un paese la cui moneta tiene il suo valore anche in presenza di momentanei shock economici, crisi finanziarie, disastri naturali, o addirittura guerre.

Insomma, tutti vogliono usare la moneta del cavallo vincente.

Il perché è semplice. Se io sono un produttore di petrolio arabo, e mi metto in tasca dollaroni vendendo il mio oro nero, so che li potrò spendere ovunque nel mondo perché tutti li accetteranno. E ciò mi rende molto felice, perché così potrò godermi i miei quattrini, comprando cammelli e elicotteri.

Se invece usassi la moneta di un paese la cui sopravvivenza è precaria, rischierei di mettermi in pancia banconote che un giorno potrebbero diventare carta straccia, e questo mi renderebbe molto nervoso. E nessuno vuole vedere un arabo nervoso, vero?

Vero.

Le valute che hanno le caratteristiche del dollaro si chiamano “valute di riserva”, sono cioè monete che gli altri paesi sono ben contenti di avere nelle loro casseforti. Tutti sono felici di risparmiare in dollari.

Ma fin qui, sono certo di non avervi detto nulla di particolarmente nuovo, giusto? Bene, adesso entriamo nella tana del bianconiglio.

Che vantaggi ci sono per i paesi che emettono la valuta di riserva? Che vantaggi hanno gli Stati Uniti quando tutti gli altri vendono e comprano in dollari, e risparmiano in dollari?

Il vantaggio di essere il paese che stampa i dollari ha un nome che tutti gli addetti ai lavori conoscono: si chiama “privilegio esorbitante“. Con queste precise parole lo definì il Presidente francese Valéry Giscard d’Estaing già negli anni ‘60.

Provo a spiegarvi in parole semplici in cosa consiste il privilegio esorbitante del dollaro, e questo è il cuore di tutto quindi eliminate tutte le distrazioni e ascoltatemi con calma.

Se nel resto del mondo si vende e si compra in dollari, poniamo il petrolio per semplicità di esempio, significa che chiunque vuole comprare del petrolio deve pagarlo in dollari.

Ma i dollari dove vengono generati? Chi li stampa? Ovviamente solo un soggetto nel mondo può farlo, ed è la FED, la Federal Reserve, cioè la banca centrale statunitense.

Allora come fa – per esempio – l’Italia a comprare un barile di petrolio che costa, poniamo, 80$, se i dollari li può stampare solo la FED?

Beh, è ovvio. Prima di comprare il petrolio, l’Italia deve comprare dollari. E questo vale per tutti i paesi del mondo che acquistano petrolio. Vuoi comprare petrolio? Lo devi pagare in dollari, e quindi prima te li devi procurare, raccogliendoli sul mercato e pagandoli con la tua valuta locale.

Avete iniziato a capire?

Questo meccanismo mantiene elevata la domanda di dollari nel mondo, contribuendo a stabilizzarne il valore, al di là della situazione economica interna agli Stati Uniti. L’economia americana rallenta? No problema, la domanda di verdoni resta alta, o comunque rimane più alta dei livelli che raggiungerebbe se si basasse solo sul consumo interno.

Domanda alta → prezzo più elevato → minor svalutazione → rafforzamento del dollaro come valuta di riserva.

È un meccanismo che una volta innescato tende ad autosostenersi.

E questa è solo la prima parte, sentite qua: cosa succede a quei dollari splendenti che finiscono nelle casse degli arabi produttori di petrolio?

Sono miliardi di dollaroni, i proventi della vendita del petrolio, mica potranno spenderseli tutti, no!?

È qui che avviene la magia, il succo vero dell’esorbitante privilegio. I paesi che accumulano dollari li investono, e il modo più semplice per investirli è… prestarli al governo degli Stati Uniti!

Come? Ma è ovvio! Comprando titoli di stato americani.

Come sapete i titoli di stato sono obbligazioni che emettono gli stati per farsi prestare soldi da cittadini e investitori. In sostanza ti dicono: prestami 100, che tra 2 anni ti ridò 100 più 4 di interessi.

Quegli interessi sono quelli che spesso mettono in crisi l’Italia. Se avete sentito parlare di SPREAD, beh sappiate che è proprio una misura di quel tasso di interesse. Se il paese è debole, o in crisi, gli investitori gli presteranno dei soldi solo ad un tasso di interesse più elevato. Quindi tra due anni, anziché 100 + 4, vogliono indietro 100 + 8, perché non si fidano del fatto che il paese sarà in grado di ripagare il debito, e quindi pretendono un “premio” maggiore.

Il tutto poi si riversa sulle spalle dei cittadini, che con le loro tasse dovranno finanziare quegli interessi aggiuntivi che il loro stato è costretto a versare nelle casse degli investitori.

Quindi, tiriamo le fila.

I paesi che accumulano dollari li investiranno in titoli di stato USA, così quei soldi torneranno nelle mani del governo americano che li potrà utilizzare per far crescere il paese. Ma questo ha anche l’effetto di mantenere elevata la domanda di titoli di stato americani.

E domanda elevata significa che tanti vogliono comprare i titoli di stato americani, e questo significa che i tassi di interesse che lo stato americano dovrà corrispondere a chi gli presta soldi, rimarranno bassi.

Tutti vogliono quei bond, quindi se non li compri tu, li comprerà qualcun altro. Allora io tra due anni anziché 100 + 2, ti dò 100 + 1, o anche 100 + 0,5.

Avete capito l’esorbitante privilegio? Permette al dollaro di rimanere stabile, e permette al governo degli Stati Uniti di indebitarsi e finanziarsi a un costo molto più basso di quello che devono affrontare gli stati che non emettono una valuta di riserva.

Fico.

È talmente fico che per difendere questo sistema gli Stati Uniti sono disposti a tutto. Vi do un esempio?

L’Europa ha deciso di realizzare l’euro per tentare di ottenere gli stessi vantaggi, e nel 2002 era anche riuscita a convincere un signore che si chiamava Saddam Hussein a vendere il suo petrolio in euro anziché in dollari. Ops. Tutti vi ricorderete che cosa è successo l’anno successivo nel paese di Saddam, cioè l’Iraq, e forse qualcuno di voi si ricorda anche del corpo senza vita di Saddam che penzolava appeso ad una corda.

I complottisti dicono che le due cose sono collegate.

E i pessimisti dicono che vi dovete preoccupare perché ora la Cina e il Brasile hanno stretto un accordo per commerciare direttamente in valute locali bypassando il dollaro, e i sauditi stanno pensando di vendere petrolio in yuan.

Io non lo so cosa dovete pensare, vedete un po’ voi.

Aiutami a continuare il mio lavoro

Se la newsletter, il Pantoprazolo, il Bugiardino e gli altri format sono di tuo gradimento (e se ti va e puoi farlo) potresti decidere di supportare il mio lavoro.

Posso fare tutto questo grazie a voi che mi sostenete. E per sostenermi ci sono molti modi.

Puoi abbonarti alla newsletter scegliendo un piano a pagamento.

In alternativa puoi abbonarti al Canale YouTube, o semplicemente donare su PayPal all’indirizzo cedipeggio@andrealombardi.it, oppure con un bonifico all’IBAN LT313250022724749783 (BIC REVOLT21) intestato ad Andrea Lombardi.

Preferisci donare in Bitcoin? Ecco il mio wallet: 3EUiEdNMakRm2gqVLi16wbyzPp1vwRDQsc

Grazie per il prezioso supporto.

Andrea Lombardi

Sono l'autore, ideatore e progettista di questo sito web e della maggior parte dei suoi contenuti. Il mio mestiere è realizzare su YouTube video di approfondimento giornalistico. Tutti i giorni.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *