Indice dei contenuti
Mi avete scritto per chiedermi se c’erano problemi nella ricezione della newsletter. No, non avete avuto nessun problema, è che non è partita alcuna newsletter nelle ultime tre settimane. Perché? Adesso ve lo spiego.
Il DSA prende piede
La settimana scorsa è uscita una notizia, in sordina, riportata solo da un paio di giornali e chirurgicamente omessa da tutti gli altri. È solo l’ultima delle tante notizie di questo tipo.
Un quotidiano italiano che si chiama L’AntiDiplomatico ed è una testata giornalistica a tutti gli effetti, registrata in tribunale e con il “bollino” dell’Ordine dei giornalisti, ha prodotto un documentario e l’ha pubblicato su YouTube.
Il docufilm si chiamava “Referendum”, e descriveva i dietro alle quinte degli organizzatori dei (poco) noti referendum contro l’invio delle armi in Ucraina, per i quali in questi giorni si stanno raccogliendo le firme.
Ebbene, il documentario su YouTube è durato meno di ventiquattro ore. La piattaforma lo ha censurato, rimuovendolo e bloccando il canale del giornale.
Questo è l’effetto di ciò che vado dicendovi da mesi, è la stretta sulla libertà di espressione che era chiaro come il sole sarebbe arrivata, e davanti a questo tipo di violenza, esercitata con la forza dello stato e il potere degli strumenti del digitale, non si può fare altro che capitolare. È finita.
Abbiamo perso
La democrazia occidentale, quella che ti permetteva di dissentire, di criticare, di mettere in discussione e di esercitare il dubbio non esiste più.
Ma sono certo che nessuno si accorgerà della differenza. Si continuerà a vivere come prima, semplicemente alcuni punti di vista scompariranno, e con loro sparirà anche la consapevolezza della loro esistenza. Occhio non vede, cuore non duole. Non ci saranno martiri né targhe a ricordo di questa tragedia.
Qualcuno potrà pensare che i miei siano solo vagheggiamenti, e allora vi fornisco le coordinate precise per comprendere tutto quello che sta succedendo, e che sempre di più succederà.
Art. 104 del Digital Services Act
[…] è opportuno valutare […] misure di attenuazione dei rischi riguardanti specifici tipi di contenuti illegali. Un altro ambito da prendere in considerazione riguarda gli eventuali effetti negativi dei rischi sistemici sulla società e sulla democrazia, quali la disinformazione o le attività di manipolazione e abuso o eventuali effetti avversi sui minori […] Il fatto che un fornitore di una piattaforma online o di un motore di ricerca online rifiuti, senza adeguate spiegazioni, l’invito della Commissione [europea, Nda] a partecipare all’applicazione di un tale codice di condotta potrebbe essere preso in considerazione, se del caso, nel determinare se la piattaforma online o il motore di ricerca online abbia violato gli obblighi stabiliti nel presente regolamento.
Ve lo traduco: qualsiasi contenuto che viene arbitrariamente considerato disinformazione o “rischioso” per la democrazia (cioè qualsiasi contenuto che può in qualsiasi maniera influire sull’esito di una elezione, o di un referendum, o sulla percezione di una decisione governativa) deve essere eliminato.
Le piattaforme che si rifiutano di applicare queste nuove regole possono essere considerate in violazione del regolamento. Ed essere in violazione del regolamento significa poter ricevere una multa folle, che arriva al 6% del fatturato globale di quella azienda.
Per esempio, nel caso di YouTube, e quindi di Google, stiamo parlando di qualcosa intorno ai 15 miliardi di dollari.
Non prendetevela quindi con YouTube, o con Google, quando vedete la violenza con cui censurano chiunque non sia allineato alle posizioni del governo europeo. Queste aziende sono solo vittime di un sistema mafioso che le minaccia e le mette con le spalle al muro.
E dunque che si fa?
Io mi sto riorganizzando. Ecco il motivo della pausa di tre settimane. Di fronte alla forza della Commissione Europea, alla micidiale potenza di fuoco degli algoritmi, è inutile combattere. O si diventa amplificatori delle posizioni politiche di Open, Fanpage e Il Post, oppure si soccombe.
L’unico dissenso accettabile è quello cosmetico. Un dissenso di facciata che serve in realtà a mettere d’accordo tutti e a quietare i bollori dei sedicenti anticonformisti.
Qualsiasi cosa che vada al di là di questo, non avrà più spazio.
Ma io gradirei continuare ad esserci, e so che lo volete anche voi. Ecco perché sto lavorando a nuovi linguaggi, a nuove prospettive per continuare a raccontare il presente, cercando di passare indenne la tempesta che si sta abbattendo su di noi.
È una manovra molto difficile e impegnativa, ma presto vi mostrerò qualcosa.
Intanto, se volete, ho fatto un video in cui vi racconto la mia storia.